Quella sensazione comune:
“ E’ come se la mia testa non si fermasse mai”
“Arrivo a sera che mi sento completamente vuoto/a nonostante non mi son fermato/a un secondo”
Pensieri che corrono, emozioni che si rincorrono, un costante senso di fatica e di sentirsi svuotati.
Quante volte ti sei sentita/o così?
Queste sensazioni invadono la vita di molti, la sensazione è la stessa: vivere con il pilota automatico, una serie di cause ed effetto che sembrano inevitabili, in routine sempre uguali.
Proprio qui entra in gioco la mindfulness, non come panacea per tutti i mali, ma come pratica e possibilità di essere, semplicemente.
Cos'è la Mindfulness?
La parola mindfulness, ad oggi, è talmente diffusa, da averne quasi privato il senso, il valore, di aver tolto la curiosità di comprendere a cosa si fa riferimento.
In realtà la mindfulness, non è un’invenzione moderna o semplicemente “una moda”. E' una realtà che mette le sue basi nelle tradizioni orientali, in particolare nel buddhismo ( ne parlo qui). Ad oggi è stata integrata in diversi approcci di psicoterapia per favorire il benessere e portare un altro approccio alla sofferenza.
“La consapevolezza che emerge dal porre attenzione, in modo intenzionale, al momento presente e in modo non giudicante” (Kabat-Zinn, 1994).
Una pratica quindi di consapevolezza, che permette di osservare le proprie emozioni, pensieri, sensazioni fisiche, in una direzione di comprensione, accettazione e minor reattività agli eventi della vita.
La pratica permette l’osservazione di diversi benefici fisici e psicologici.
Cosa non è la mindfulness
“ Ho provato la mindfulness , ma non ci riesco, non fa proprio per me, dopo 20 secondi la mia mente è già altrove e mi sento così incapace!”
Spesso chi si avvicina alla mindfulness spera di trovare un modo per calmare la mente, per rilassarsi.
Ma in realtà dietro a questo c’è un grande fraintendimento.
- NON è rilassamento e non serve per rilassarsi: nei gruppi in presenza dico sempre “ il rilassamento può essere un effetto che sopraggiunge, ma non da ricercare”.La pratica invita proprio ad osservare, con accettazione e senza giudizio, tutto ciò che scorre nella nostra mente, come pensieri, emozioni, sensazioni corporee. Spesso ciò che arriva può risultarci scomodo, non piacevole, potremmo notare delle tensioni o pensieri critici, ma questo è parte del processo.
- NON è NON pensare: la mente è fatta per pensare, per creare pensieri, storie, immagini, per programmare, interpretare, inventare. I pensieri arriveranno sempre, è impossibile eliminarli, ma semplicemente sarà un modo per osservarli, lasciarli andare senza crearci storie, senza seguirli trascinati dalla corrente.
- NON è un rifugio fuori dalla realtà: anzi vuole essere una piena consapevolezza del momento presente, così come si presenza, senza volerlo modificare in positivo o negativo. Imparare a rimanere con ciò che c’è, senza pensare subito a come reagire.
- NON è una religione: si basa sulle filosofie orientali, in particolari al buddhismo. Ma è proposta in contesto di psicoterapia quindi laica, senza la richiesta di aderire, approfondire o conoscere aspetti religiosi o cambiare il proprio stile di vita spirituale.
- NON è la panacea a tutti i mali: non è adatta sempre a tutti, in ogni momento. Questo credo sia il rischio più diffuso. In momenti di forte stress psicologico, traumi importanti è bene valutare con il professionista sanitario se è il caso di iniziare in quel momento o meno.
- NON è un corso che viene insegnato: non è qualcosa da apprendere, da leggere, da seguirne le indicazioni e non sarà tutto e subito. Comprende una pratica costante, uno sperimentare la propria formula di consapevolezza; i benefici saranno visibili nel tempo, ma sempre avendo in mente un percorso e non una “ cura” immediata.
Cosa c'entra la mindfulness con la psicoterapia?
La mindfulness è stata ad oggi integrata a numerosi modelli di psicoterapia evidence-based ovvero basati su studi scientifici e ricerche.
Da qui fanno riferimento i vari protocolli mindfulness:
- Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR): Programma sviluppato da Jon Kabat-Zinn (1979) per la gestione dello stress cronico, basato su pratiche meditative e yoga.
- Mindfulness-Based Cognitive Therapy (MBCT): Evoluzione della MBSR applicata alla prevenzione delle ricadute depressive, integra elementi della terapia cognitiva classica (Segal et al., 2002).
- Dialectical Behavior Therapy (DBT): Nella DBT (Linehan, 1993), la mindfulness è uno dei quattro pilastri fondamentali per trattare disturbi della regolazione emotiva, in particolare il disturbo borderline di personalità.
- Acceptance and Commitment Therapy (ACT): La mindfulness è integrata con l’accettazione e l’impegno ai valori personali, facilitando il contatto con l’esperienza presente (Hayes et al., 1999).
- La scienza, in particolare le neuroscienze, hanno visto come una pratica regolare permette un’attivazione funzionale delle aree che favoriscono una regolazione emotiva e riducono le aree che portano a maggiore allerta e stress.
Come ogni tecnica integrata nella psicoterapia, è solo uno strumento in più a disposizione, da poter integrare in direzione del benessere dei pazienti.
Nessun intervento può essere la soluzione magica e giusta per tutti, infatti è bene considerare quando la pratica della mindfulness è sconsigliata o controindicata.
Nel mentre ricorda che ogni percorso di mindfulness può essere solo accompagnato e non insegnato, perché solo la propria pratica quotidiana può portare un vivere a pieno e portare benefici e modifiche fisiche e mentali.
È un invito. Ad essere. A rallentare. A respirare. È una pratica da allenare. Uno spazio per tornare, ogni volta che ci distraiamo.
Per avvicinarti alla mindfulness:
In quest'epoca così veloce, la mindfulness è quindi un invito a rallentare, all'ascolto, a ritrovarsi.
Tra poco troverai tutti i corsi online, nel mentre trovi qui le anticipazioni.